EOLIE Isola Vulcano - SCALEX SANREMO

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EOLIE Isola Vulcano

Extra & Travel
Le Isole Eolie formano un arcipelago, costituito da sette isole vere e proprie, alle quali si aggiungono isolotti e scogli affioranti dal mare. Le sette isole sono disposte a forma di Y coricata, con l'asta che punta verso Ovest; sono ubicate al largo della Sicilia settentrionale, di fronte alla costa tirrenica messinese. Sono perciò visibili da gran parte della costiera tirrenica della Sicilia, quando la visibilità è ottima e non è presente foschia.
Le 7 isole sono Lipari, Salina, Vulcano, Stromboli, Filicudi, Alicudi e Panarea.
In questa pagina fra le 7 ho scelto Vulcano: ho soggiornato una settimana intera e mi ha letteralmente affascinato con i suoi paesaggi, la sua natura incontaminata ed il suo mare.
Iniziamo con qualche consiglio per come raggiungere le Isole Eolie...



Arrivando dal Nord-Italia, la soluzione aereo è la più congeniale ed economica: con i voli low-cost non ci sono grandi problemi, Catania che è l'aeroporto più vicino, è servito in maniera egregia. Una volta atterrati bisogna raggiungere la città di Milazzo. Io ho cercato diverse soluzioni, diciamo che nel complesso, il dedalo delle info per chi volesse organizzarsi pre-partenza, è leggermente fuorviante ma basta uscire dall'aeroporto, e si trovano agevolmente servizi di linea autobus che vi portano alla città per l'imbarco. Sennò vi sono alcune agenzie che effettuano dei trasbordi con shuttle, più costosi e leggermente più comodi. Il viaggio dall'Aeroporto di Catania a Milazzo, dura circa 1 ora e 45 stando larghi. Tenetelo a mente per i collegamenti ! Una volta giunti a Milazzo, ci si può fermare nella graziosa città o scendere ed il pullman vi lascierà al terminal traghetti o aliscafi. La seconda scelta è quella più veloce e più utilizzata. Chi effettua le tratte è la Liberty Lines (si può prenotare in anticipo, salvo convalidare la prenotazione prima di salire sull'Aliscafo).
Vulcano mi è piaciuta perchè oltre a poter fare il "classico mare" l'Isola offre diverse opportunità: le ripercorro in queste righe.  In grassetto ho inserito il link diretto a TripAdvisor, così da avere ulteriori info e giudizi day by day.
La "Salita al Cratere": affrontabile da chiunque mediante un sentiero battuto, occorre per raggiungere la  vetta circa 45 minuti;  indossare indumenti e scarpe comode, non necessariamente da trekking e portare acqua. Evitare le ore più calde anche se una volta raggiunto il cratere vi è spesso una piacevole brezza, il caldo potrebbe danneggiare il piacere di camminare  tra ginestre, massi vulcanici a fondo nero e sabbioso, composto prevalentemente di polvere vulcanica.
Uno dei motivi per raggiungere il Gran Cratere è il panorama, man mano che si sale di quota si possono ammirare Alicudi, Filicudi e Salina, ma è quando si raggiunge la vetta che si prende piena consapevolezza della magia di questo arcipelago, sarà possibile vedere le sagome di tutte e sette le isole e la Penisola di Vulcanello. Il Gran Cratere di Vulcano è l’unico posto dove è possibile ammirare l’intero arcipelago in un unico sguardo; voltandosi verso sud, invece, è possibile ammirare la costa settentrionale della Sicilia e l’Etna, alcuni degli scatti più suggestivi dell’arcipelago provengono da questo luogo.




Raggiunta la vetta,si scopre la maestosità del cratere, una depressione dal diametro di circa 500 metri, uno dei particolari che saltano subito all’occhio sono le fumarole, uniche manifestazioni visibili dopo l’ultima eruzione avvenuta nel 1890. Le fumarole sono composte prevalentemente da zolfo, la cui azione batterica dona una patina giallo ocra e rossa  al terreno e ai sassi che lo compongono. Nell’avvicinarvi prestate un po’ di cautela, nel mio caso è stato pressochè impossibile attraversare lo spazio in prossimità dei gas sulfurei, per la sensazione molto forte alle vie respiratorie ed il caldo che fuori usciva dalle bocchette nel terreno, ma qualche foto l'ho comunque portata a casa. La discesa avviene per la stessa via!!
I Fanghi Termali o la pozza di Fango, sono un altro "must" dell'Isola. Al costo di soli 3 Euro (dato all'estate 2018), potrete immergervi in qualcosa di totalmente naturale e sentire sulla pelle il respiro della Terra, un'esperienza incredibile. Su TripAdv si legge che molti hanno trovato odore persistente nel costume una volta immerso, odore di zolfo sulla pelle, vestiti rovinati, temperature ustionanti e via discorrendo. Personalmente avendo portato capi puliti all'origine, non ho patito particolari problemi, chi non è in grado di apprezzare un fenomeno naturale di tale portata, può astenersi.



Il laghetto vulcanico presenta emissioni di acqua di falda con presenza di vapori di zolfo, anidriti, sali di metalli e radioattività naturale. Sembrerebbe impensabile riuscire ad immergersi nelle acque di un luogo dove l’odore pregnante dello zolfo è percepibile già in lontananza, ma la suggestione paesaggistica e gli effetti benefici dei fanghi vulcanici infondono una sensazione di grande benessere da rendere l’esperienza dell’immersione nei fanghi unica ed imperdibile, se consideriamo che è come portarsi via un souvenir di benessere, relax e godimento di tutti i sensi. Tra le rocce e nei fanghi sono visibili i soffioni che il cratere emette facendo percepire i propri respiri; l’immersione nel laghetto naturale dei fanghi caldi di Vulcano è davvero la realizzazione della simbiosi tra uomo e natura. L’emissione continua di questi soffioni genera il fango argilloso, la quale acidità e l’elevata concentrazione di zolfo impediscono la formazione di germi. I bagni nei fanghi non danno solo una sensazione di benessere psicofisico, anzi, sono delle vere e proprie terapie, infatti è consigliabile per chi soffre di malattie respiratorie, della pelle, dell’apparato locomotore.


La scelta che io ho apprezzato maggiormente è quella di utilizzare dei piccoli gozzi dei pescatori, attrezzatti all'uopo, ove potrete scoprire tutto quanto (ed è molto) non è accessibile via terra. Inanzitutto la prospettiva via mare dell'Isola vale da sola il prezzo del biglietto (circa 15/20 euro per 3hr..), avrete la possibilità di visitare grotte, immergervi all'interno e fare a condizioni meteo serene, numerosi bagni tuffandovi comodamente dall'imbarcazione. E' un modo diverso ed affascinante di vivere l'isola e comunque un ottimo modo per scoprire insenature che poi potreste andare a visitare successivamente...
Oltre ai fanghi, appena usciti dallo "stabilimento" vi è un facile accesso al mare, con un'altra incredibile sorpresa: i "soffioni" alla "spiaggia delle Fumarole", praticamente una Jacuzzi nel mare aperto.
L'effetto naturale fa si, che mentre si nuota, delle piacevoli bolle di acqua calda riscaldate dal vapore sulfureo sgorgano dai fondali sottomarini. Nel mare fresco di Giugno, il contrasto dona una piacevole sensazione...ad Agosto con la calca, forse meno...è caratteristica perchè bagnata da acque riscaldate dal vapore sulfureo.
Nelle 4 delle 7 isole che ho visitato, ovunque vi offriranno "gite in barca", ve ne sono di diversi tipi in base a cosa desideriate fare ed a quanto tempo abbiate a disposizione. Soggiornando a Vulcano il giro dell'Isola è assolutamente da fare.
...ad esempio, mediante l'affitto di un due ruote o se siete più numerosi della famigerata "Mehari". Credo che tutte le piccole utilitarie Citroen degli anni '70, finiscano tutte a Vulcano, visto la concentrazione di questo mezzo ovunque... sennò l'ottimo scooter va benissimo.
 
Girare per l'Isola è a "PDS" (prova di scemo): vi è un'unica strada che taglia tutto il territorio, i cartelli stradali sono quelli a destra ed il "rifornimento" è dato dall'unico distributore presente che opera in regime di "monopolio stretto". O spingi o compri la Benza da lui al preZZo che vuole lui... (superati abbondantemente i 2 euri...). Girovagare in scooter a Giugno per Vulcano, abituato al caos perpetuo di Sanremo, è una figata, salite, discese, vegetazione selvaggia, zero traffico. Per andare dove ?  Vulcano Gelso è la meta opposta al Porto di Levante, quella di partenza, la zona è "patrimonio dell'Unesco" vi è da visitare un faro ed una chiesetta sul mare dedicata alla SS.ma Maria delle Grazie.... oltre alle Spiaggie.

Le spiagge sono assolutamente caratteristiche ed uniche con la loro sabbia nera... "Spiaggia del Gelso" Dominata da un faro molto suggestivo e dalla quale è possibile ammirare la costa saracena, nonché il Monte Etna. Il mare che la bagna è azzurro, limpido e trasparente. E’ raggiungibile in auto o in moto percorrendo la Provinciale che da Porto Levante prosegue per Vulcano Piano e poi si dirama per il Gelso o per Capo Grillo.  "Spiaggia dell'Asino" Non si penserebbe mai che in un’isola vulcanica si possa trovare una caletta di sabbia nera intima e tranquilla di giorno, accesa mondana la notte.
Un luogo così suggestivo riesce a coniugare l’amore per il verde della montagna e la passione per il mare. E’ la culla di tutti gli elementi della natura. Questo paradiso è raggiungibile in taxi boat o percorrendo una ripida discesa a piedi . E’ possibile lasciare il motorino sulla strada principale per avventurarsi tra ginestre e fichi d’India. La spiaggia è ben attrezzata.

Spiaggia "u Canniteddu", la più bella, difficile da trovare, bisogna aguzzare bene la vista ma si entra in un residence e da lì una ripida discesa vi porterà in questa assoluta oasi di pace. Adiacente a questo paradiso un chiosco per ristorarsi o per affittare lettini/ombrelloni. L'abbiamo scoperta via mare, forse più accessibile che via terra, ma il giorno seguente l'ho cercata perchè ne valeva semplicemente la pena. Le foto renderanno meglio l'idea.
Per ultima la spiaggia più conosciuta: la spiaggia nera, situata a Porto di Ponente, chiamata così per il colore della sabbia di origine vulcanica. Essendo la più famosa e praticamente la più accessibile anche dai turisti "mordi & fuggi"che arrivano dal Porto di Levante per le visita giornaliera, è anche quella più affollata. E' un bene ? Dipende... L’acqua del mare è cristallina e fa da specchio a questo nero intenso delle pietruzze laviche che non negano, sotto i raggi del sole, quell’effetto simile ai cristalli, certo è che abituato ad altri fondali è molto particolare immergersi e vedere praticamente tutto nero... La spiaggia è di sabbia fine, ideale per i deboli di "Pianta di piede". A lato la foto della spiaggia ritratta dal mare.
Rimarrebbe la "Valle dei Mostri", non me ne vogliano gli amici di Vulcano, ma credo possiamo passare oltre. Cmq il link su Trip io l'Ho messo per darvi un'idea...
Per quanto concerne il mangiare, nel piccolo centro di Vulcano si trovano praticamente tutte le proposte culinarie dell'Isola. Le foto riguardano alcuni dei piatti che ho assaggiato;  a parte le considerazioni inserite personalmente su TripAdv, devo dire che complessivamente mi sono trovato ovunque molto bene, cibo sempre di qualità, prezzi assolutamente in linea. I posti dove ho cenato sono stati Ristorante Vincenzino, Ristorante La Forgia Maurizio, Fico D'India Ognuno ha le proprie caratteristiche che Vi invito a scoprire nei vari link collegati, Gli ultimi due che ho elencato sono attualmente al primo e secondo posto nella classifica di merito.
Cenni Storici:
“Therasia”, che letteralmente si traduce “terra calda”, è l’antico nome dell’isola sacra al dio Vulcano. L’isola Vulcano è riconosciuta mitologicamente, nella tradizione greca, come la sede delle fucine di Efesto, dio del fuoco. Secondo la derivazione latina il significato mitologico dato dai romani al dio Efesto, secondo la tradizione mitologica romana identifica Efesto con il dio Vulcano, da cui deriva il nome attuale dell’isola. Si narra che il dio Vulcano, aiutato dai Ciclopi, forgiava le armi per gli déi.
Da quanto si documenta nella letteratura dell’età classica, l’isola è il risultato della fusione di alcuni vulcani, per l’esattezza quattro, il più grande ed anche il più attivo, ad intervalli irregolari, è il Vulcano della Fossa, affiancato dal più piccolo, Vulcanello.
Geologicamente, l’isola è stata soggetta, per molti secoli, a lavori di estrazione di allume e zolfo; storicamente  la popolazione era, per lo più, costituita da forzati e schiavi costretti all’attività di minatori. L’immagine sembra essere quella di un sulfureo girone dantesco.

Sotto la dominazione borbonica, l’attività mineraria aveva raggiunto l’apice tanto da tramutarsi in una vera e propria industria. Cessato il dominio dei Borboni, durante la prima metà dell’Ottocento, l’inglese Stevenson, che continuò l’attività mineraria e piantò i primi vigneti al Piano, acquistò l’isola. Ad oggi è possibile ammirare la sua villa, il Castello sito vicino ai fanghi. L’inglese abbandonò l’isola a seguito di una pericolosa eruzione, probabilmente l’ultima, nel 1888. I pochi coloni rimasti sfruttarono al meglio le risorse offerte dall’isola, ma quel che ha maggiormente rappresentato la fortuna delle sorti economiche della “terra calda” è, certamente, l’attività che ruota attorno a quel cono vulcanico così vicino e possente ed al contempo così quieto e silenzioso; ricordiamo che è inattivo da più di un secolo. Resta, comunque, una terra palpitante di vita, i sibili ed il calore dei fumi emessi, le strutture variopinte di zolfo, ricordano sempre la maestosità di una natura che può sempre cambiare le sorti di un paesaggio e ridipingere la morfologia di una terra che, per questo motivo, resta magica e mitologica in ogni secolo.
Si dice che gli uomini diventano immortali se un’opera d’arte, letteraria o d’altro genere, conserva la loro memoria. Vulcano non solo è terra mitologica, culla della divinità greca Efesto, ma ha reso immortale, dopo decenni di silenzi e disinteresse per questo paradiso naturale, il regista Dieterle che, nel 1949, girò l’omonimo film interpretato dalla passionale Anna Magnani.


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